Il 24 Giugno ricorre la festa di San Giovanni, e la magica notte che la precede. Il sole compie un cambio di direzione tra il 21 e il 22 e questo momento è considerato un momento magico.
Questo giorno si festeggia il solstizio d’estate (anche se quest’anno il solstizio è avvenuto sabato 20), cioè quando il sole raggiunge il punto più alto. Già a partire da giorno 20, il sole comincia a caricare di energie benefiche la terra.
In questo periodo intenso, le piante vengono influenzate con forza ed i riti sono molteplici: il falò, la rugiada….. e la loro vitalità raggiunge l’apice.
Giochi, canti, il girotondo attorno ad un albero di noce, il falò, le ghirlande di fiori, la preparazione dell’acqua di San Giovanni, sono momenti che i bambini non dimenticheranno.
La ritualità è una modalità che coinvolge e lascia un ricordo bello e durevole in coloro che vi prendono parte e, proprio per questo voglio raccontarvi come preparare l’Acqua di San Giovanni , un gesto che racchiude in sè una piccola “favola” benefica per grandi e piccini.Gli antichi credevano che la notte tra il 23 e il 24 giugno fosse particolarmente propiziatoria perchè, essendo appunto il solstizio d’estate, rappresentava una porta attraverso la quale gli dei facevano passare i nuovi nati sotto forma di rugiada.
Questo giorno venne tramandato a livello simbolico come il primo giorno di una nuova stagione dove la natura era nel suo massimo vigore e splendore, dove la rinascita era potente ed occorreva incanalare tutte le forze per non incorrere in eventi avversi…una notte in cui il Sole, ovvero il Fuoco, si sposava con la Luna, la rugiada , e proprio da questo nacquero i riti dei falò e della rugiada…una notte in cui piante e fiori si ritenevano essere particolarmente influenzati da particolare energia utilissima per la preparazione della “guazza”.
Per preparare l’acqua di San Giovanni o rugiada degli Dei, bisogna raccogliere, appunto durante la vigilia della notte del 24 giugno, una misticanza di erbe e fiori che può essere composta da ginestre, papaveri, fiordalisi, petali di rose canine e di rose coltivate, caprifogli, menta, iperico (chiamato anche erba di san Giovanni ed ha proprietà paragonabili ad alcuni psicofarmaci), mazzi di sambuco, trifoglio, ranuncoli, lavanda, camomilla, timo, amaranto, basilico, salvia, rosmarino, menta, malva e foglie di noce, assenzio , finocchio selvatico, avena , e tra tutte queste c’è sicuramente qualcosa che possiamo avere a portata di “vaso”.
A questo punto, una volta scelte quelle a noi più “accessibili”, occorre metterle a bagno in una bacile (non di plastica) pieno di acqua lasciandolo esposto alla rugiada tutta la notte.La mattina del 24 la guazza di san Giovanni sarà pronta per lavare il viso e il corpo, per fare il bagnetto ai bambini , per l’ultimo risciacquo dei capelli, insomma per rinnovare una cerimonia di Purificazione e di Benessere che attraverso l’acqua , fonte di vita e simbolo di trasformazione, e la potenza energetica della Natura, contenuta nei fiori e nelle piante utilizzati, permetterà ad ognuno di noi di “sentirsi meglio” soprattutto se lo si farà “ascoltandosi senza pregiudizio”…
La leggenda vuole che l’acqua di San Giovanni possieda virtù curative protettrici e che porti salute, fortuna e amore.



Altre curiosità
La festa di San Giovanni “fu particolarmente sentita in passato: era considerata il Natale dell’estate e connessa al ciclo solare come la nascita del Signore. Per questo si collega sovente ad antichi culti solari: nella notte si crede che avvengano strani prodigi e meraviglie suggerite dalla fantasia del solstizio solare. Si accendono fuochi, si fanno veglie….

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La notte di San Giovanni entra il mosto nel chicco!
– PROVERBIO
E’ una credenza diffusa, riportata in molti dialetti. In questo periodo comincia la formazione degli zuccheri nel chicco d’uva. Gli zuccheri fermenteranno nel mosto dopo la vendemmia.